Gesualdo Project

Roma. E’ iniziato nel migliore dei modi il Gesualdo Project. L’iniziativa della IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti coinvolge, tra gli altri, la Radio Vaticana e di conseguenza il sottoscritto. Dopo la presentazione di lunedì 14 presso il foyer del Teatro Valle del libro Madrigale senza suono di Andrea Tarabbia (alla presenza dell’autore), martedì 15 abbiamo ascoltato Les Arts Florissants nel Terzo libro di Madrigali e un estratto dai primi due libri. Il concerto inaugurava la nuova stagione di concerti della Iuc. La sala gremita e il parere di molti miei colleghi ne hanno sancito il successo. Non voglio qui tessere le lodi di una iniziativa di cui faccio parte. Vorrei soltanto invitare tutti i compulsivi da internet/social a dedicare questo fine settimana a Gesualdo e alla sua musica. Buon ascolto e, come dicono alcuni, Stay Tuned

Una verità per Three Mile Island

Al Teatro India di Roma è andato in scena il 21 e 22 maggio Three Mile Island “concerto scenico multimediale” da contributi scritti e videoregistrati di Ignaz Vergeiner raccolti da Karl Hoffmann. Le musiche erano di Andrea Molino e i testi di Guido Barbieri. La parte musicale era eseguita da due dei migliori gruppi per la musica contemporanea: Neue Vocalsolisten Stuttgart e Klangforum Wien. La voce narrante era di Andrea Mirò. Lo spettacolo nasce dalla rievocazione, in un’ottica ovviamente anti-nuclearista, dell’incidente nucleare del 28 marzo 1979 in Pennsylvania e può essere letto in due modi. Il primo, più evidente, è quello squisitamente teatrale. Un teatro di denuncia con modalità di oggi, non solo recitato, ma anche proiettato, suonato… Il secondo è legato alla parte musicale. L’Accademia Filarmonica Romana e l’Istituzione Universitaria dei Concerti, che hanno coprodotto l’evento insieme con ZKM – Centre for Arts and Media Karlsruhe, sono infatti istituzioni che si occupano di concerti. Ecco perché la partitura realizzata da Molino è tra gli ingredienti più importanti del cocktail mediatico. Eppure l’ottima partitura eseguita da ottimi esecutori non è riuscita ad incantare il pubblico. La sensazione dell’ascoltatore è che le musiche di scena restassero “dietro” al palco, alla vicenda stessa. Come figure nella nebbia. Lo sforzo richiesto a chi assisteva forse ne assorbiva troppo i sensi: guardare i video, ascoltare testi in italiano, inglese e tedesco, confrontarsi con la traduzione anch’essa proiettata sui pannelli, seguire gesti e movimenti dell’attrice voce narrante. Lo spettacolo regge insomma dal punto di vista teatrale, per il soggetto ma anche per come questo è confezionato. Per le musiche sarebbe bello, come è stato fatto spesso nella storia della musica, ascoltare una Three Mile Island Suite di Andrea Molino. Solo musica. Magari con questi fantastici interpreti.