Su Agnes Heller

Grazie a Mattia Feltri che nel suo Buongiorno (taglio basso su La Stampa di oggi) ha ricordato Ágnes Heller, scomparsa il 19 luglio scorso. I nostri media, impegnati a riportare le esternazioni inutili del trio, se ne sono dimenticati. Da leggere Feltri e, almeno, tutto quello che c’è in rete su questa filosofa

PS E se finalmente sui giornali la gerarchizzazione delle notizie tornasse all’importanza e non alla popolarità? Si potrebbe titolare in prima per una nuova sinfonia, una mostra… si potrebbe offrire un ritratto dei grandi intellettuali, anche in occasione della morte perché no, e cercare di far crescere un po’ la conoscenza di chi legge

La cultura e la Cultura

Sulla prima pagina de La Stampa di oggi una foto con dei giovani in fila e il titolo: In fila per un concerto? No, per i libri. Il commento di Gigi Riva de l’Espresso che stamane cura la rubrica Prima Pagina di RadioTre Rai: sono cose che fanno bene al cuore. La “cultura” italiana è tutta qui. E’ più onorevole e culturale leggere un libro di andare a sentire un concerto. La Letteratura è la serie A, la musica, se va bene, è la serie B. A tanti anni dal cattivo maestro Benedetto Croce siamo ancora fermi a questa pregiudiziale. Questo è il peccato originale per cui tutto il sistema produttivo della musica è stato lasciato vivere in un mondo a parte e ha fatto sì che l’arte dei suoni perdesse la propria funzione sociale. Perciò pochi signorotti controllano lo slum della musica, dove gli addetti ai lavori letteralmente se la cantano e se la suonano.

Cari colleghi de La Stampa e Gigi Riva, a me farebbe bene al cuore che più persone conoscessero i classici della musica del Novecento (Berio, Nono, Ligeti…) e -perché no- affollassero i concerti per andare a sentire l’ultima creazione di Sciarrino, Battistelli, Fedele, o i più giovani Boccadoro, Colasanti, Filidei, Filotei… ecc. Meglio che affollare le librerie per poi magari leggere Volo o Baricco.