Ho scoperto, grazie a un’amica romena, Max Blecher e il suo unico libro tradotto in italiano: Accadimenti nell’irrealtà immediata. Un libro degno della migliore letteratura mitteleuropea, molto vicino alle Metamorfosi di Kafka e ad altri autori del periodo. In Accadimenti la narrazione procede in prima persona conducendo il lettore sul filo del rasoio di reale e irreale, di percepito e immaginato, di convenzionale e anticonvenzionale. Una sciarpa rossa può essere un mazzo di dalie? Io posso essere un albero? Il tutto diventa ben presto un’interrogazione sulla nostra esistenza: Vedevo bene le persone intorno a me, vedevo bene l’inutilità e la noia con cui consumavano le loro vite… Lo scrittore romeno in Italia non è molto conosciuto e spero vivamente che presto possiamo avere altre traduzioni di suoi testi. Com’è scritto nelle note di copertina: Nato a Botoşani in Romania, Max Blecher è uno scrittore ebreo morto a soli ventinove anni, nel 1938, per tubercolosi spinale. Trascorse i dieci anni di malattia quasi sempre a letto, praticamente immobile. Ma la sua immaginazione volò libera. Dotato di un insolito talento e visione scrisse poesie, due romanzi – tra cui Accadimenti nell’irrealtà immediata – e mantenne una intensa corrispondenza con André Breton, André Gide e Martin Heidegger. Venne lodato da Eugene Ionesco, Mihail Sebastian, Geo Bogza e Saşa Pana, e molti paragonarono la sua prosa a quella di Franz Kafka, Bruno Schultz, Robert Walser o Thomas Mann.









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